Scampato pericolo per le spiagge delle Pelagie, la marea nera si ferma alle Kerkennah.
Lo sversamento di greggio avvenuto recentemente nell’area ad ovest delle Isole Kerkennah (Tunisia) aveva fatto temere per la salute delle coste e delle spiagge delle Pelagie, provocando lo stato di allerta e l’immediato intervento dell’Area Marina Protetta per comprendere le dinamiche oceanografiche e la possibilità di spostamento del greggio verso l’arcipelago italiano.
I dati ottenuti nei giorni scorsi sono fortunatamente del tutto rassicuranti: il "Bollettino Straordinario Dispersione Idrocarburi: Piattaforma 07 - Cercina (Tunisia)" emesso dal Gruppo di Oceanografia Operativa IAMC-CNR di Oristano conferma che già nelle 24 h successive allo sversamento gli idrocarburi si sono diretti e spiaggiati sulle coste delle Isole Kerkenna, scongiurando il paventato arrivo sulle spiagge delle Pelagie.
"L'incidente della Tunisia dimostra tuttavia quanto sia insicura e pericolosa l'attività estrattiva nel Mediterraneo - dichiara Giusi Nicolini - e quanto sia importante salvaguardare l'integrità ambientale e la bellezza del mare delle Pelagie e di tutte le piccole isole del Mediterraneo, dato che appartengono al patrimonio ambientale del Paese e che i loro abitanti traggono sostentamento esclusivamente dalla pesca e dal turismo".
L’Area Marina Protetta Isole Pelagie gestita dal Comune di Lampedusa si era comunque immediatamente attivata richiedendo al Ministero dell’Ambiente la presenza stabile nell’arcipelago di un battello antinquinamento, al fine di intervenire con rapidità e potenziare l’efficacia dell’azione; il Ministero, pur comunicando di non poter distaccare permanentemente un battello nelle Pelagie, ha garantito l’immediato intervento nell’arcipelago di uno dei 6 mezzi antinquinamento dislocati lungo le coste della Sicilia, nel caso in cui le due isole dovessero trovarsi concretamente minacciate da simili fonti di inquinamento.