Obiettivo: riduzione della mortalità della tartaruga marina
nelle attività di pesca professionale.
La
conservazione della tartaruga marina Caretta caretta, specie prioritaria
inserita nella Direttiva Habitat e protetta da numerose Convenzioni
internazionali, è minacciata a livello planetario da numerose attività
antropiche. Si stima che in Mediterraneo ogni anno la pesca professionale
catturi accidentalmente oltre 130 mila esemplari.
Il
progetto TartaLife, condotto in collaborazione con i pescatori e promosso nelle
15 regioni italiane che si affacciano sul mare, si prefigge di ridurre la
mortalità della tartaruga marina Caretta caretta indotta dalle attività di
pesca attraverso la diffusione di soluzioni tecniche innovative, la formazione
dei pescatori e il rafforzamento dei Presidi di recupero/primo soccorso.
Per saperne di più visita il sito dedicato al progetto http://www.tartalife.eu/it
Finanziamento
Il progetto è finanziato dall’Unione Europea attraverso il fondo
LIFE+ NATURA 2012 e cofinanziato dal Ministero delle Politiche Agricole
Alimentari e Forestali - Direzione Generale Pesca e dalla Regione Marche.
Finanziato nel 2013, secondo progetto per ammontare di budget tra i 13 progetti
italiani finanziati.
Problematiche
Negli ultimi anni la conservazione di Caretta caretta, specie
prioritaria inserita nella Direttiva Habitat e protetta da numerose Convenzioni
internazionali, ha assunto un aspetto strategico per il bacino Mediterraneo,
dove la pesca professionale sembra rappresentare la principale minaccia per la
sopravvivenza della specie.
Le stime fatte nel corso degli ultimi anni suggeriscono che nel Mediterraneo
ogni anno oltre 130 mila le tartarughe marine della specie tartaruga Caretta
caretta rimangono vittime di catture accidentali da parte dei pescatori
professionisti. Circa 70.000 abboccano agli ami utilizzati per la pesca al
pescespada, oltre 40.000 restano intrappolate nelle reti a strascico e circa
23.000 in quelle da posta per un totale di 133.000 catture con oltre 40.000
casi di decesso. Numeri impressionanti e peraltro decisamente sottostimati: se
infatti consideriamo in questo calcolo tutti i pescherecci comunitari e le
migliaia di piccole imbarcazioni da pesca che operano nei paesi africani che si
affacciano sul Mediterraneo, si arriva più verosimilmente a una stima di 200
mila catture e proporzionalmente a circa 70 mila decessi.
Le catture degli individui di tartaruga marina Caretta caretta realizzate nella
pesca professionale avvengono accidentalmente nell’intenzione di catturare
specie di interesse commerciale. La parte della cattura di un attrezzo da pesca
che è composta da specie ed esemplari che non sono il diretto bersaglio
dell’attività di pesca, ma che vengono accidentalmente catturate a causa della
scarsa selettività degli attrezzi, sono note a livello mondiale con il nome di
bycatch. Le tartarughe catturate accidentalmente rappresentano quindi una parte
cosiddetto bycatch.
I dati di cattura degli ultimi anni, le testimonianze dei pescatori e l’aumento
degli interventi dei Centri di Recupero lungo le coste italiane, testimoniano
dunque la necessità di arginare tale fenomeno, che determina il ferimento o
l’uccisione di molti individui e ostacola la conservazione della specie, in
preoccupante declino nel Mediterraneo.
Un’altra minaccia che ancora incide pesantemente sulla mortalità post cattura
delle tartarughe marine è la mancanza di strutture e dotazioni adeguate e
personale periodicamente aggiornato all’interno dei Centri per il recupero
delle tartarughe lungo le coste italiane.
Tali centri, in numero limitato rispetto ai circa 7500 Km di costa,
rappresentano invece uno strumento estremamente incisivo ed efficace per la
riduzione della mortalità delle tartarughe.
Dalla loro istituzione nel LIFE Tartanet, infatti, il numero di recuperi degli
esemplari in difficoltà sono aumentati in numero esponenziale (cfr. più
avanti), per un totale di circa 1450 recuperi dal 2009 al 2012. Parallelamente,
migliaia di pescatori e cittadini sono stati sensibilizzati alla conservazione
delle tartarughe e tutela della biodiversità marina.
Nonostante ciò, gli esemplari curati dai Centri sono ancora una piccola parte
delle circa 200.000 tartarughe catturate accidentalmente ogni anno nel
Mediterraneo.
Inoltre, alcuni tratti di costa rimangono ancora sprovvisti Centri strutturati
e/o di presidi per la sosta temporanea di tartarughe.
In primo luogo l’AMP Isole Pelagie, intende dotarsi di un Presidio
allestito secondo le Linee guida che collabori con il Centro di Linosa e di
Cattolica Eraclea (Centro provinciale di riferimento in base alle normativa
regionale). In secondo luogo, lungo le coste dell’Emilia Romagna e Marche, zone
ad alto tasso di spiaggiamenti e catture accidentali di tartarughe marine in
Italia (l’alto Adriatico è una area di alimentazione) e con un elevato numero
di marinerie, vi è bisogno di una serie di punti di raccolta con vasche per la
sosta temporanea.
Considerato l’incremento progressivo dei recuperi di Caretta caretta da parte
dei Centri, tale situazione ostacola dunque interventi di cura e primo soccorso
tempestivi ed adeguati, che potrebbero salvare la vita di molti esemplari, e
mostra la necessità di rafforzare ulteriormente ed in maniera continuativa i
Centri esistenti ed instituire un nuovo Centro presso l’AMP Pelagie e una serie
di punti di raccolta lungo le coste emiliane e marchigiane.
Il progetto TARTALIFE, promosso nelle 15 regioni italiane che si affacciano sul
mare, si inserisce in questa complessa problematica e si prefigge di ridurre la
mortalità della tartaruga marina Caretta caretta indotta dalle attività di
pesca e dunque contribuire alla conservazione della specie nel Mediterraneo.
TARTALIFE intende perseguire la riduzione della mortalità di
Caretta caretta determinata accidentalmente dalle attività di pesca
professionali attraverso 2 obiettivi specifici:
1. riduzione del bycatch effettuato con palangari, reti a strascico
e da posta, con diffusione di ami circolari e TED perfezionati e
sperimentazione di luci UV come deterrente per le tartarughe e di un attrezzo
alternativo alle reti da posta;
2. riduzione
mortalità post cattura, con formazione dei pescatori e rafforzamento dei
Presidi di recupero/primo soccorso.
Per chi fosse interessato ai finanziamenti alla piccola pesca e la pesca sostenibile è attivo lo sportello per i pescatori dalle 9:30 alle 12:30 i giorni Lunedì, Mercoledì e Venerdì.